Giuliano Briganti

Pietro Giacomo Palmieri

Pietro Giacomo Palmieri
Bologna 1737 – Torino 1804
 
Paesaggio con viandanti, sullo sfondo una muraglia con un arco di entrata
Penna e inchiostro su carta, mm 330x470
Firmato in basso al centro “Palmerius In. Fecit”
 
Il disegno deriva con alcune varianti che ne arricchiscono la composizione da un’incisione non firmata che riproduce in controparte, e con l’aggiunta di due figure, un disegno di Guercino nelle collezioni reali inglesi a Windsor (inv. 2609).
Come precisato da Denis Mahon in occasione della mostra bolognese del 1968 a cui il foglio citato fu esposto (Il Guercino (Giovanni Francesco Barbieri, 1591-1666). Catalogo critico dei disegni a cura di Denis Mahon, Bologna 1968, p. 193, n. 199, ill.) e nuovamente nel catalogo dei disegni di Guercino a Windsor (The Drawings of Guercino in the collection of Her Majesty the Queen at Windsor Castle, Cambridge 1989, p.107, n. 250, fig. 2 l’incisione è attribuita a Francesco Bartolozzi (1728-1815) da un inventario manoscritto settecentesco; fu invece pubblicata da John Boydell intorno al 1765 come opera di James Basire (1730 – 1802) che insieme a Bartolozzi era stato chiamato dal curatore della raccolta reale, William Dalton, per riprodurre il ricchissimo fondo guercinesco, acquistato in gran parte a Bologna dallo stesso Dalton (Eighty-two Prints, engraved by F. Bartolozzi… from the Original Pictures and Drawings of Guercino in the collection of His Majesty, I, Londra s.d., circa 1765, n. 73). La data del 1765 costituisce dunque il probabile termine post quem per il nostro disegno, senza che si possa escludere, tuttavia, che Palmieri ne conoscesse l’originale fin dal tempo della sua prima formazione bolognese come disegnatore e incisore: è possibile infatti che, come gran parte dei disegni di Guercino a Windsor, il foglio fosse conservato in casa Gennari a Bologna fino al 1763-64.
L’interesse di Palmieri per i disegni di paesaggio di Guercino è comunque documentato proprio intorno a quella data da un suo disegno originale firmato e datato del 1766 (New York, Metropolitan Museum, Roger Fund 69.14.1): un trompe l’oeil di stampe di paesaggio su invenzioni di vari autori, tra i quali per l’appunto Giovan Francesco Barbieri. Il virtuosismo del Palmieri si spinge fino al paradosso di presentare il foglio (in grande evidenza rispetto agli altri) come un’invenzione di Guercino, disegnata a penna da lui stesso nel 1766, e incisa a Parigi da Penna. Tra le opere che compongono il trompe l’oeil compaiono anche due disegni di Nicholas Berchem, costante riferimento di Pietro Giacomo Palmieri anche nella più tarda attività torinese.
Ancora nel 1775, quando Palmieri si trovava a Parigi, un suo cliente, Jean-Baptiste Wille, registra nel suo diario l’acquisto di due suoi disegni “nel gusto di Guercino”.
 
 
Ludovica Trezzani
Febbraio 2016