Giuliano Briganti

Agostino Ciampelli

Firenze 1565 - Roma 1630

Predica di San Paolo ad Atene
Penna, acquarello seppia rialzato in biacca su carta, mm. 305 x 225
In basso a sinistra: CR, iniziali della collezione di Charles Rogers;
in alto a sinistra e in basso a destra, fuori della cornice acquarellata, scritta di collezione: D. Passignano

Provenienza: [forse Firenze, collezione Gabburri]; Londra, collezione Charles Rogers (Plymouth 1711-1784) come da iniziali CR in basso a sinistra (Frits Lugt, Les marques de collections de dessins & d’estampes, Amsterdam 1921 I pp.110-111 n.624; Idem, Supplément, La Haye 1956 p.91 n.624)

Inedito

Questo disegno, raffigurante la Predica di San Paolo ad Atene, è inedito ed è interessante poiché documenta un’opera, fino ad oggi sconosciuta, di Agostino Ciampelli. Quasi certamente è il disegno preparatorio per un affresco forse mai eseguito e comunque fino ad oggi non identificato.
Nel Settecento l’opera, conservata nella collezione inglese di Charles Rogers, era attribuita a Domenico Cresti detto il Passignano (Passignano, Firenze,1559 - Firenze 1638), come si legge in alto a sinistra nel disegno e in basso a destra, fuori della cornice acquarellata. I due pittori fiorentini, il Ciampelli e il Passignano, entrambi attivi a Roma all’inizio del Seicento, sono, in questi anni, assai vicini sia dal punto di vista stilistico che da quello compositivo, quindi il riferimento settecentesco è del tutto comprensibile. Inoltre fino a pochi decenni orsono le opere dei due artisti erano assai poco conosciute, al di fuori dell’ambito fiorentino, anche a studiosi e collezionisti.
L’attribuzione ad Agostino Ciampelli, già sostenuta oralmente da Giuliano Briganti, è stata confermata, alla fine degli anni novanta del Novecento, da Nicholas Turner (che ha visto personalmente l’opera nella casa di Luisa Laureati e Giuliano Briganti in via della mercede) e oggi, 30 gennaio 2015, da Simonetta Prosperi Valenti, studiosa ed esperta del Ciampelli (in fotografia). La provenienza dalla collezione fiorentina di Francesco Maria Niccolò Gabburri (1676-1742) è stata proposta, in via ipotetica, da Nicholas Turner poiché molti disegni della collezione Rogers provenivano da quella fiorentina di Gabburri ma per ora questa ipotesi non trova conferma nell’esame della collezione fiorentina dei disegni parzialmente pubblicata nel 1870 da Giuseppe Campori (Raccolta di cataloghi ed inventari inediti, Modena 1870 pp. 521-597). Nicholas Turner ha riconosciuto la provenienza del disegno di Ciampelli dalla collezione inglese di Charles Rogers interpretando le iniziali C.R. apposte sulla sinistra del disegno. Il testo di Frits Lugt ha confermato il suggerimento di Turner (Frits Lugt, Les marques de collections des dessins & d’estampes, Amsterdam 1921 I pp. 110-111 n.624; Idem, Supplément, La Haye 1956 p.91 n.624). L’importante collezione di disegni di Charles Rogers (1711-1784), passata alla sua morte al cognato William Cotton, fu in parte venduta a Londra nel 1788, tra il 26 febbraio e il I marzo, da Hutchins. Anni dopo, nel 1799, tra marzo e aprile, ci fu una nuova vendita presso Th. Philipe. La stessa proseguì nel 1801. Altri disegni furono lasciati da William Cotton, alla metà dell’Ottocento, alla Public Library di Plymouth. La collezione rimase nella Public Library fino al 1916 quando fu trasferita nella Plymouth Art Gallery. Nel 1979, tra il 5 e il 7 settembre, la casa d’aste Sotheby’s ha organizzato a Torquay una vendita di sessantatre disegni della collezione Rogers che erano stati lasciati alla città di Plymouth e depositati nel City Museum and Art Gallery della città. Tra questi non era presente il disegno di Ciampelli.
Poche le notizie delle fonti riguardo all’attività di Agostino Ciampelli. Il biografo Filippo Baldinucci, in quanto fiorentino, ignora completamente Ciampelli, forse perché questi, trasferitosi a Roma fin dal 1594, non aveva fatto più ritorno in patria. La sola biografia del pittore risale a Giovanni Baglione che non ricorda opere di questo soggetto (Giovanni Baglione, Le vite de’ pittori scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII fino a tutto quello d’Urbano VIII, Roma 1649 pp.319-321). Il biografo scrive che Ciampelli fu allievo di Santi di Tito e che venne a Roma sotto il pontificato di Clemente VIII (1592-1605). Baglione prosegue affermando che il pittore fu protetto dal cardinale Alessandro de’ Medici. E’ proprio a questa protezione che si devono le importanti commissioni che il Ciampelli ottenne a Roma: dai lavori a Santa Prassede a quelli nella chiesa del Gesù e a Santa Maria in Trastevere. Nel 1605, venticinque giorni dopo essere stato nominato papa con il nome di Leone XI, Alessandro de Medici moriva lasciando così il pittore senza alcuna protezione. La commissione più importante degli ultimi anni della sua carriera pittorica fu quella, ottenuta attraverso Marcello Sacchetti, per la decorazione della parete destra della chiesa di santa Bibiana con storie della Santa omonima. Tra il 1624 e il 1626 l’artista fu impegnato a dipingere alcuni episodi della sua vita. La parete sinistra fu affidata invece a Pietro da Cortona, allora l’astro nascente della pittura moderna. Non è fuori luogo pensare che Giuliano Briganti avesse acquistato questo importante disegno proprio negli anni cinquanta - sessanta quando preparava la monografia su Pietro da Cortona che uscirà nel 1962. Della monografia Briganti, fin dal 1950-1951, aveva dato alcune anticipazioni teoriche affrontando la definizione del termine Barocco. Aveva scritto, a questo proposito tre saggi su “Paragone”, la nuova rivista fondata proprio nel 1950 da Roberto Longhi, e della quale Giuliano era uno dei redattori con Francesco Arcangeli, Federico Zeri e Ferdinando Bologna.
Simonetta Prosperi Valenti ha datato questo disegno, del quale lei stessa non conosce la destinazione, al periodo in cui Agostino Ciampelli lavorava a Roma alla chiesa del Gesù, quindi nei primissimi anni del Seicento.


Laura Laureati
Aprile 2015